Che io sia a scuola o in radio, la prima cosa che faccio subito dopo aver salutato è chiedere “come state?”. Sicuramente perché mi interessa umanamente ma, ve lo devo confessare, è anche un passaggio fondamentale per gestire al meglio il tempo che passeremo insieme. Dovrò condurvi per una o due ore e devo sapere, prima di partire, che strada percorrere per arrivare insieme all’obiettivo e non ritrovarmi a fare la strada da solo perché, in quel caso, avrei fallito totalmente.
Se sono a scuola devo ascoltare il vostro stato d’animo di quella giornata perché se siete stanchi, agitati, preoccupati o avete le paturnie adolescenziali, sarà inutile affrontare argomenti difficili o pesanti e quindi perderemmo del tempo entrambi. In quel caso allora posso scegliere di rimandare quell’argomento alla volta successiva e magari impiegare quel tempo per fare un’attività più leggera e interattiva di listening magari partendo da una canzone che vi piace o guardando uno spezzone della serie tv che più amate. Non perdiamo l’ora, facciamo qualcosa di utile e soprattutto lo facciamo insieme.
Se sono in radio è pressoché la stessa cosa perché, se mi seguite lo sapete, i veri protagonisti dei miei programmi siete sempre voi, io faccio solo il vigile, il conduttore. Si sente quasi subito quale sia lo stato d’animo degli ascoltatori, lo vedi dalla quantità e dai contenuti dei primi messaggi che arrivano. A quel punto seguo l’istinto e cerco di esaltare quei sentimenti che mi avete portato quel giorno e, anche in questo caso, arriviamo fino alla fine insieme.