Mi sono sempre trovato davanti a studenti che, come minimo, avevano studiato la lingua inglese per circa 8 anni. Una piccolissima percentuale di loro si sentiva a proprio agio con la lingua inglese e, spesso, questa dimestichezza era dovuta alle esperienze che le famiglie gli avevano fatto fare. Periodi di vita all’estero, frequentazione di amici o parenti madrelingua inglesi o corsi per ragazzi all’estero. Gli altri, quelli che avevano studiato la lingua esclusivamente a scuola, erano pressoché tutti nella situazione di considerare l’inglese come qualcosa al di fuori di loro, un’esperienza troppo legata ai libri e agli esercizi.
Si trovano ancora insegnanti che mettono un forte accento e peso alla grammatica trascurando la parte comunicativa della lingua. Si fanno sicuramente esercizi di ascolto, scrittura e lettura ma poca attenzione si da all’applicazione della vita pratica.
Il modello deduttivo si basa sull’idea del bambino che impara a parlare quando ancora piccolino. Nessuno ci ha insegnato la grammatica come prima cosa, tutti noi abbiamo iniziato a parlare per imitazione, abbiamo capito il significato di certe parole per deduzione e non per induzione cioè nessuno ci ha spiegato il significato di mamma o di papà ma tutti noi ne abbiamo pian piano appreso il significato. Io credo fermamente che la grammatica serva solo per comunicare in maniera corretta ed appropriata. Dovremo lentamente abbandonare le lezioni partendo dal libro con gli esercizi, prima comunicare e poi affinare il tiro con lo studio della grammatica.
La vittoria di un insegnante di lingue è quando i ragazzi sentono che parlare, ragionare e ascoltare la lingua straniera non è affatto strano, non è qualcosa di esterno a loro ma fa parte di loro.